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Gli elementi costitutivi di un progetto di ricerca contribuiscono a cadenzarne l’attività in coerenza con quelli che sono i dettami che, necessariamente, la debbono contraddistinguere.
Le nuove conoscenze sono l’obiettivo della ricerca con una modulazione che si ritiene poter essere differente a seconda dei contesti che emanano l’attività, con valutazioni che possono essere contestualizzate a seconda che il progetto sia promosso e condotto dal mondo della ricerca pubblica o dal mondo imprenditoriale. Ad onor del vero questo distinguo, in talune sedi, è stato messo in crisi, ove si riterrebbe che il patrimonio delle conoscenze dovrebbe risultare sempre e comune “nuovo in senso assoluto”, indipendentemente dal promotore e dalla sua appartenenza all’una e all’altra sfera. In veste critica, anche in termini di verosimiglianza, dal lato delle imprese sarebbe opportuno rappresentare la circostanza che, se vero è che un progetto di ricerca debba contribuire ad aumentare il patrimonio di conoscenze, certamente non si può disconoscerne l’elemento di novità in tutti quei casi in cui il progetto di ricerca riproduca un risultato anche esistente, rimuovendo “semplicemente” discrepanze. Certo è che la novità, fra gli elementi costitutivi, è quello che pare poter avere a livello interpretativo più sfaccettature, con evidenti scenari di complessità.
Alla novità si aggiunge l’elemento di creatività, ovvero la capacità di un progetto di sviluppare nuove conoscenze o di migliorare sensibilmente quelle esistenti, bandendo certamente tutto ciò che possa attenere alle c.d. modifiche routinarie, sia a livello di prodotto che di processo.
Altro elemento costitutivo è certamente l’incertezza. Un progetto di ricerca si avvicina alla sfera della ricerca di base tanto più è incerto. Ovvero, l’incertezza è tanto più invasiva quale elemento costitutivo tanto più un progetto afferisca alla cosiddetta ricerca di base. L’incertezza attiene agli obiettivi, che potrebbero non essere raggiunti ma anche ai costi sottostanti, per quanto l’intenzione sia quella di muoversi all’interno di un budget precostituito quanto più possibile aderente rispetto alla consistenza dei vari apporti. Per consistenza di apporti si intendono, ovviamente, sia quelli interni al soggetto coinvolto (es. personale) sia quelli inerenti alle consulenze esterne.
Ai tre elementi sopra riportati si aggiunge la trasferibilità dei risultati, da intendersi come il grado di fruibilità da parte di altri soggetti al fine di favorire riproducibilità o miglioramenti. Ciò vale anche in tutti quei casi in cui la ricerca non abbia dato i risultati auspicati o auspicabili a monte.
In ultimo, la sistematicità, che altro non è che l’adeguatezza di un progetto rispetto alla necessità di pianificare a monte il percorso, magari anche per ridurre l’incertezza e di cristallizzarlo nelle sue risultanze a valle.
In sintesi, trattasi di processo estremamente complesso, cadenzato nei suoi elementi costitutivi e suscettibile della partecipazione, a diversi livelli, di numerosi attori. Ad onor del vero proprio il coinvolgimento di più attori, fra i quali anche gli enti gestori di agevolazioni in quanto impegnati nel processo di monitoraggio di un corretto utilizzo delle risorse, rappresenta un elemento di complessità aggiuntiva di cui tener conto, considerato che può impattare, in particolare, proprio sul grado di incertezza. Appare dunque di tutta evidenza che solo la costituzione di un partenariato di progetto valido e solido possa marginalizzare i rischi associabili al progetto, inteso dal lato di una corretta strutturazione delle fasi che lo contraddistinguono. Più profondo e strutturato è il partenariato più l’attività di ricerca ha la possibilità di muoversi entro confini blindati, non subendo condizionamenti esterni che possano risultare dannosi. Se vero è che l’incertezza di risultati permane fino alla conclusione del programma, perché è in quel momento che potranno essere tirate le fila in chiave anche sperimentale, la solidità del partenariato rappresenta una vera e propria cerniera, potenzialmente abilitante, rispetto al successo dell’iniziativa. Nel mezzo, il rispetto di una serie di elementi di natura burocratica che, anche giustamente, si riconnettono al mondo della ricerca finanziata.
Si intende pertanto rappresentare la solidità del partenariato e come tale solidità possa di fatto essere garantita ad un progetto di ricerca e sviluppo. Certamente un solido ponte fra sistema imprenditoriale e sistema della ricerca pubblica può assurgere a fattore leva, purché nasca da un interscambio di esigenze e da una collaborazione fattiva, su tematiche quanto più possibile tangibili dal lato dell’impresa, che aspira a naturale concretezza di risultato. Le imprese talora, anche quelle di grandi dimensioni, patiscono infatti un profilo votato alla conduzione della ricerca in maniera spontaneistica, non sistematica, quasi in modalità sopita. L’idea c’è, ma si fa fatica a realizzarla o a sistematizzarla. Non accade di rado possa essere anche di supporto proprio in questo, conferendo valore ad una idea e guidandone il processo di sistematizzazione in u vero e proprio percorso di ricerca. Altro elemento rilevante all’interno di un ideale partenariato di ricerca è, senza dubbio, la capacità della grande impresa di promuovere progetti di filiera in formula aggregata, favorendo la compartecipazione di pmi referenziate, con il duplice scopo di rafforzare il partenariato sotto il profilo delle competenze e in di garantire un travaso di competenze verso soggetti magari meno strutturati ma dotati di certo potenziale innovativo.
In sintesi, la complessità di un processo, i cui elementi costitutivi sono anche stringenti, può essere lenita facendo leva su un partenariato profondo, sotto il profilo delle competenze e delle esperienze, in vista del raggiungimento di un risultato finale a quel punto, naturalmente, meno incerto. Un approccio di questo genere potrà facilitare anche la trasferibilità dei risultati e comportamenti di natura emulativa che certamente potranno impattare rispetto al macro obiettivo di alimentare il patrimonio generale di conoscenze.